Può il cibo spogliarsi di ogni suo aspetto funzionale per diventare un puro e semplice elemento grafico?
Certo che sì!
Il cibo è divenuto ormai soggetto indiscusso di scatti fotografici, della cosiddetta food photography, un’arte sempre più riconosciuta ed apprezzata anche dai graphic designer.
Ma cos’è esattamente la food photography? Si intende un genere fotografico, finalizzato alla produzione di fotografie di pietanze, alimenti, bibite, piatti finiti, dolciumi e quant’altro. Lo scopo ultimo della food photography è di far venire voglia di mangiare a chi guarda la foto, cercando di rendere l’immagine “appetizing” grazie a un certo numero di accorgimenti tecnici e visuali volti a rendere pietanze e cibi allettanti e invitanti, attivando così i nostri apparati sensoriali (gusto, olfatto) a partire da una gradevole sensazione visiva.
Se lo vogliamo la food photography potrebbe trovare le sue origini nel concetto dello still-life, ossia della ripresa di oggetti inanimati dove sono molto importanti fattori quali composizione, luce, attenzione ai dettagli e composizione degli oggetti in scena.
Con l’avvento di Instagram, fotografare il cibo è diventato un vero e proprio must, in grado di accomunare fotografi, estimatori della buona cucina e utenti vogliosi di condividere ogni aspetto della loro quotidianità.
Se poi l’autore di questi scatti è un artista, appassionato di grafica o di illustrazione, le sfumature che ne derivano sono davvero eccezionali: delle vere e proprie opere, in cui la parola d’ordine è creatività.
* La foto fa parte della serie Pantone pairings dell’artista David Schwen, che si è dilettato ad abbinare alimenti e condimenti tipicamente sposati insieme come se fossero campioni.